Squilibri ormonali - Il ruolo degli ormoni nel metabolismo e i segnali di allarme
In questo articolo esploriamo come funzionano gli ormoni, cosa succede quando vanno in tilt, e quali sono i principali segnali di allarme da non sottovalutare: stanchezza cronica, aumento di peso immotivato, insonnia, sbalzi d’umore e difficoltà digestive sono solo alcune delle spie di uno squilibrio ormonale.
Nicolas Di Leo
Ricercatore Harvard University
L’importanza dell’equilibrio ormonale
Gli ormoni sono messaggeri chimici fondamentali prodotti dalle ghiandole endocrine e inviati attraverso il sangue ai tessuti bersaglio.
Regolano una moltitudine di processi vitali, tra cui metabolismo, crescita, sviluppo, riproduzione, cicli sonno-veglia e persino l’umore.
Nel corpo umano circolano oltre 50 tipi di ormoni, ciascuno con funzioni specifiche. Possiamo immaginare il sistema endocrino come un’orchestra: ogni ormone è uno strumento e anche una piccola variazione nella “melodia” può disarmonizzare l’equilibrio complessivo. Uno squilibrio ormonale si verifica quando uno o più ormoni escono dai loro range ottimali – sia in eccesso che in difetto – e anche minime alterazioni possono innescare cambiamenti significativi nel corpo.
Mantenere l’omeostasi ormonale è cruciale per la salute generale. Un corretto bilanciamento ormonale garantisce che il metabolismo funzioni efficacemente, che i segnali di fame e sazietà siano adeguati, che il sonno sia ristoratore e che l’umore rimanga stabile.
Il libro Vita Funzionale approfondisce come gli ormoni interagiscono tra loro e con altri sistemi del corpo per mantenere questo delicato equilibrio e cosa accade quando tale armonia viene meno.
Indice
Il ruolo degli ormoni nel metabolismo e nella salute
Molti ormoni influenzano direttamente il modo in cui il nostro corpo utilizza e immagazzina l’energia.
Ad esempio, l’insulina, prodotta dal pancreas, permette alle cellule di assimilare il glucosio dal sangue fornendo energia immediata; il suo opposto, il glucagone, stimola la liberazione di glucosio dalle riserve quando la glicemia si abbassa (ad esempio tra un pasto e l’altro). Gli ormoni tiroidei (T3 e T4), secreti dalla tiroide, agiscono come il “termostato metabolico” dell’organismo: livelli adeguati mantengono un ritmo metabolico ottimale, mentre un deficit rallenta tutte le reazioni (provocando sintomi come stanchezza, aumento di peso e intolleranza al freddo), e un eccesso le accelera (causando nervosismo, dimagrimento e intolleranza al caldo)
Anche gli ormoni sessuali influenzano il metabolismo e la composizione corporea: estrogeni e progesterone (nelle donne) e testosterone (negli uomini) modulano la distribuzione del grasso (es. accumulo addominale vs gluteo-femorale), la densità ossea e la sintesi proteica muscolare. Un calo degli estrogeni (come in menopausa) spesso si associa a aumento di grasso viscerale, mentre il declino del testosterone negli uomini può ridurre la massa muscolare e il metabolismo basale.
Il cortisolo, l’ormone dello stress prodotto dalle ghiandole surrenali, ha effetti plurimi: innalza i livelli di glicemia, favorisce la degradazione di proteine e lipidi per fornire carburante immediato e, se cronicamente elevato, può contribuire all’accumulo di grasso viscerale e indebolire il sistema immunitario.
Questi esempi illustrano come gli ormoni lavorino insieme nel mantenere la salute: quando uno si altera, può causare effetti a cascata sugli altri.
La ricerca mostra infatti che la disregolazione di ormoni chiave come insulina ed estrogeni spesso si associa a patologie metaboliche diffuse quali obesità e diabete.
Quando si verificano gli squilibri ormonali?
Alcune fluttuazioni ormonali sono fisiologiche e fanno parte della vita: pensiamo alla pubertà, alla gravidanza, al post-partum o alla menopausa.
In queste fasi, i cambiamenti ormonali sono intensi ma naturali, e l’organismo in genere si adatta gradualmente. Ad esempio, la menopausa comporta un calo marcato degli estrogeni e del progesterone nelle donne, mentre con l’età negli uomini si osserva una diminuzione progressiva del testosterone e dell’ormone della crescita (GH).
Questi cambiamenti legati all’invecchiamento possono influenzare metabolismo ed energia, ma sono parte del normale processo fisiologico.
Gli squilibri patologici invece possono derivare da numerose cause.
Disturbi o malattie delle ghiandole endocrine sono tra i primi indiziati: un ipotiroidismo (tiroide ipoattiva) comporta bassi livelli di ormoni tiroidei; al contrario, l’ipertiroidismo (tiroide iperattiva) ne comporta un eccesso.
Entrambi gli stati provocano una lunga serie di sintomi sistemici. Altre cause includono la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), in cui ovaie micropolicistiche producono androgeni in eccesso alterando il ciclo mestruale; i disturbi surrenalici come la malattia di Addison (cortisolo insufficiente) o la sindrome di Cushing (cortisolo eccessivo); il diabete mellito (insulina insufficiente o resistenza all’insulina); e i disturbi dell’alimentazione (es. anoressia nervosa, che sconvolge gli assi ormonali riproduttivi e tiroidei).
Anche l’uso di alcuni farmaci (p.es. contraccettivi orali, terapie ormonali o farmaci oncologici) e l’esposizione a interferenti endocrini ambientali (sostanze chimiche che mimano o bloccano l’azione degli ormoni) possono contribuire a squilibri.
Infine, non va dimenticato lo stress cronico: esso può alterare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene mantenendo elevato il cortisolo e influenzando a cascata tiroide e gonadi, predisponendo a disfunzioni mestruali, stanchezza surrenalica e altri disturbi.
Comprendere le possibili cause di uno squilibrio ormonale è importante per impostare una correzione mirata. Nel libro Vita Funzionale in uscita nel 2025 verranno approfondite le diverse cause e i meccanismi molecolari alla base delle principali condizioni di squilibrio endocrino, fornendo al lettore strumenti per identificare le radici dei propri sintomi.
Segnali chiave di squilibrio ormonale
Identificare un squilibrio ormonale non è sempre semplice, poiché i sintomi possono essere aspecifici e sovrapposti ad altre condizioni.
Tuttavia, vi sono diversi campanelli d’allarme da tenere presenti:
Variazioni di peso e metabolismo
Un aumento di peso inspiegabile, specialmente se concentrato sull’addome, può indicare eccesso di cortisolo o insulino-resistenza; al contrario, un dimagrimento improvviso non intenzionale può segnalare ipertiroidismo o malassorbimento.
Altri indizi metabolici includono difficoltà a perdere peso nonostante dieta e attività fisica, colesterolo alto o trigliceridi elevati senza altre spiegazioni, e una costante sensazione di freddo o caldo anomala rispetto all’ambiente.
Stanchezza cronica e variazioni dell’energia
La fatica persistente, il bisogno eccessivo di caffeina per restare attivi, i cali di energia a metà giornata o un senso di spossatezza al risveglio possono indicare ipotiroidismo, livelli subottimali di ormoni surrenalici (cortisolo basso al mattino) o anche deficit di testosterone negli uomini.
Questo sintomo “bandiera rossa” spesso accompagna molti squilibri endocrini, dato che gli ormoni regolano i meccanismi di produzione energetica cellulare.
Alterazioni del sonno e dell’umore
Insonnia o sonno disturbato possono essere legati a cortisolo alto la sera o scompensi della melatonina. Allo stesso modo, risvegli notturni con sudorazione e palpitazioni suggeriscono possibili vampate da squilibri estrogenici (in menopausa) o ipertiroidismo.
Sul versante psicologico, sbalzi d’umore, irritabilità, ansia immotivata o al contrario apatia e depressione possono avere una base ormonale.
Ad esempio, cali di estrogeni e progesterone nel ciclo mestruale possono influenzare i neurotrasmettitori cerebrali, così come disfunzioni tiroidee possono manifestarsi con ansia o depressione
Segnali cutanei e capelli
La pelle riflette spesso lo stato ormonale. Acne persistente in età adulta, soprattutto su mento, mascella e schiena, può suggerire un eccesso di androgeni (come nella PCOS) o squilibri estrogeno-progesterone.
Cute secca e pallida accompagnata da perdita di capelli e unghie fragili è tipica dell’ipotiroidismo, mentre pelle untuosa e assottigliata con comparsa di smagliature violacee si associa ad eccesso di cortisolo (sindrome di Cushing).
La caduta dei capelli a chiazze o diffusa (alopecia) può dipendere sia da squilibri tiroidei che da alti livelli di androgeni, mentre una crescita di peluria scura in zone tipicamente maschili (viso, torace, addome) nelle donne indica probabilmente un eccesso di ormoni androgeni.
Disfunzioni del ciclo mestruale e fertilità
Nelle donne, cicli mestruali irregolari, troppo abbondanti, prolungati (o al contrario molto scarsi), oppure l’assenza completa di mestruazioni (amenorrea) sono importanti indicatori di squilibrio.
Possono derivare da alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, come nella PCOS (cicli irregolari, anovulatorietà) o nell’ipotiroidismo (cicli prolungati e flussi abbondanti).
Difficoltà a concepire (infertilità) possono essere legate tanto a squilibri femminili (ovulazione irregolare, deficit di progesterone nella fase luteale) quanto maschili (basso testosterone, oligospermia da ipogonadismo).
Negli uomini, segni come calo della libido, difficoltà erettile o riduzione del volume eiaculato possono segnalare un deficit androgenico.
In entrambi i sessi, un marcato calo del desiderio sessuale spesso riflette alterazioni ormonali (testosterone basso, elevati livelli di prolattina o stress cronico con cortisolo elevato).
Altri segnali sistemici
Alcune manifestazioni meno specifiche ma ricorrenti includono problemi digestivi (stitichezza ostinata in ipotiroidismo, oppure colon irritabile esacerbato da stress e cortisolo), frequenza cardiaca anomala (tachicardia o extrasistoli in ipertiroidismo, bradicardia in ipotiroidismo), sudorazione notturna (squilibri estrogenici o androgini), mal di testa ricorrenti legati al ciclo (possibile segno di calo estrogenico premestruale) e variazioni dell’appetito e della sete (fame eccessiva e sete intensa sono segnali classici di diabete e insulino-resistenza, mentre un calo dell’appetito può associarsi ad ipotiroidismo o alti livelli di leptina).
È importante notare che questi sintomi non sono esclusivi degli squilibri ormonali e possono avere altre cause.
Tuttavia, la presenza di più segnali concomitanti dovrebbe spingerci a consultare un professionista e approfondire con esami specifici (profilo ormonale, analisi del sangue, ecc.).
Riconoscere precocemente i campanelli d’allarme è essenziale: intervenire tempestivamente può prevenire l’aggravarsi dello squilibrio e le complicanze a lungo termine.
Nel libro Vita Funzionale di prossima pubblicazione, dedicheremo un intero capitolo all’interpretazione dei sintomi e ai test diagnostici per individuare gli squilibri ormonali nascosti, fornendo linee guida sia al lettore che ai professionisti della salute per una diagnosi precoce e mirata.