Disbiosi vaginale: il collegamento con le patologie ginecologiche

La disbiosi vaginale, che è lo squilibrio del microbiota vaginale, è interconnessa con patologie ginecologiche come l’infiammazione vaginale. In questo articolo analizziamo il loro legame e come gestirle.

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Elena Manighetti

Content Writer and Strategist

Tempo di lettura: 4 minuti
disbiosi vaginale e patologie ginecologiche

Il microbiota vaginale, in passato denominato flora batterica vaginale, è l’insieme dei microrganismi formato da miliardi di microbi, batteri, funghi e virus che vivono all’interno della vagina. 

Questo ecosistema gioca un ruolo fondamentale nella salute vaginale. Vediamo come.

Indice

Le funzioni del microbiota vaginale

Il microbiota vaginale ha tre principali funzioni:

1) Protegge contro le infezioni: l’ambiente acido, tipico di un microbiota vaginale sano, limita la crescita di patogeni.

2) Modula il sistema immunitario: la corretta composizione della comunità microbica mantiene l’armonia tra tolleranza e risposta alle infezioni.

3) Influenza il metabolismo e la produzione degli ormoni sessuali: l’ecosistema mantiene un corretto bilancio ormonale tra estrogeni, progesterone e testosterone.

Un ecosistema microbico vaginale in equilibrio preserva il benessere della vagina mantenendo il pH vaginale acido (ossia con valore tra 3,5 e 4,5), proteggendola da infezioni vaginali, salvaguardando l’integrità della mucosa vaginale e promuovendo la qualità del muco cervicale.

Composizione del microbiota vaginale

La comunità microbica vaginale è composta da microrganismi “buoni” (protettivi) e “cattivi” (patogeni). Entrambi influenzano processi biologici essenziali.

I microrganismi protettivi, i lattobacilli, producono acido lattico per mantenere il pH acido e secretano perossido di idrogeno e batteriocine che inibiscono la crescita dei patogeni. 

I microrganismi patogeni sono batteri e funghi opportunisti e patogeni esterni. La loro presenza permette di mantenere un microbiota attivo e competitivo, aiutando la regolazione del sistema immunitario.

Un comunità microbica vaginale sana è dominata dai lattobacilli, come Lactobacillus crispatus.

Il benessere dell’ecosistema microbico vaginale è influenzato da molteplici fattori, sia esterni che interni. 

Tra questi ci sono:

  • Fattori ormonali
  • Stato del sistema immunitario
  • Età
  • Stile di vita e stress
  • Igiene intima
  • Dieta
  • Attività sessuale e uso di contraccettivi
  • Esposizione a o presenza di infezioni sessualmente trasmissibili
  • Uso di farmaci come antibiotici e immunosoppressori.

Inoltre, la composizione della comunità microbica vaginale cambia durante il ciclo mestruale e la gravidanza.

Cos’è la disbiosi vaginale?

La disbiosi vaginale è una condizione che si verifica quando i lattobacilli diminuiscono, portando il valore del pH ad aumentare. Un pH superiore a 4,5 favorisce la crescita di patogeni, che possono portare all’insorgenza di patologie ginecologiche.

Quali sono i sintomi della disbiosi vaginale?

I sintomi della disbiosi vaginale variano in base alla composizione della comunità microbica vaginale. 

Tra questi ci sono:

  • Prurito, bruciore o fastidio
  • Rossore o gonfiore
  • Variazione delle secrezioni vaginali, come perdite grigio-bianche
  • Cambiamento dell’odore vaginale, ad esempio odori metallici o simili al pesce
  • Secchezza vaginale 
  • Dolore durante i rapporti sessuali
  • Infezioni vaginali
  • Infezioni urinarie, come cistiti, ricorrenti

Quali sono le cause della disbiosi vaginale?

La disbiosi vaginale è multifattoriale. 

Tra le principali cause della disbiosi ci sono:

  • Abitudini igieniche scorrette, come il ricorso a lavande vaginali
  • Squilibri ormonali, come carenza di estrogeni
  • Alimentazione scorretta con troppi zuccheri e mancanza di fibre
  • Uso eccessivo di farmaci come antibiotici e corticosteroidi
  • Sistema immunitario compromesso e o presenza di malattie autoimmuni
  • Esposizione a infezioni sessualmente trasmesse
  • Stress e disturbi del sonno
  • Disbiosi intestinale
  • Stitichezza o diarrea cronica

Disbiosi vaginale: il collegamento con le patologie ginecologiche

La disbiosi vaginale è collegata a un rischio maggiore di patologie ginecologiche come:

  • Vaginosi batterica
  • Candidosi vaginale
  • Infiammazione vaginale, per esempio cervicite
  • Infezioni del tratto urinario (UTI) ricorrenti, come cistiti
  • Malattie sessualmente trasmissibili, tra cui HIV, HPV e clamidia
  • Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)
  • Endometriosi
  • Endometrite
  • Malattia infiammatoria pelvica (MIP).

In assenza di trattamento, col passare del tempo, una disbiosi vaginale grave può portare a problemi di infertilità e complicanze riproduttive, come il parto prematuro. 

Inoltre, la bassa presenza di lattobacilli può aumentare il rischio di tumori ginecologici, come il cancro cervicale.

Quando l’ecosistema microbico vaginale è in condizione di disbiosi, si possono attivare certi meccanismi fisiopatologici. Li analizziamo qui sotto.

Alterazione del pH vaginale

Il pH diventa più alcalino (maggiore di 4,5), favorendo la crescita di batteri opportunisti, come Gardnerella vaginalis, e patogeni esterni.

Danneggiamento della barriera epiteliale vaginale

Quando il microbiota è in condizione di disbiosi, la mucosa vaginale diventa più permeabile e quindi vulnerabile. I patogeni possono colonizzare strati e strutture della mucosa vaginale.

Deterioramento della qualità del muco cervicale

La mancanza di lattobacilli può causare un peggioramento della qualità del muco cervicale, limitando la sopravvivenza degli spermatozoi

Infiammazione della mucosa vaginale

Lo squilibrio dell’ecosistema microbico vaginale attiva il sistema immunitario, che produce citochine pro-infiammatorie come IL-6. Queste provocano infiammazione.

Infiammazione dell’endometrio 

La disbiosi vaginale può causare l’infiammazione dell’endometrio. Quando questa è cronica, può ridurre la recettività endometriale, interferendo con l’impianto dell’embrione. 

Anomalia della risposta immunitaria

La disbiosi può anche stimolare l’iperattivazione immunitaria o l’immunosoppressione locale. La prima può provocare l’infiammazione cronica, la seconda una maggiore suscettibilità alle infezioni. 

Produzione di metaboliti tossici

Infine, la maggiore presenza di batteri opportunistici può favorire l’aumento di acidi grassi volatili e tossine batteriche. Questi aggravano l’infiammazione.

Prevenire e gestire la disbiosi vaginale e le patologie ginecologiche

Ecco le strategie più consigliate:

  • Seguire un’alimentazione equilibrata, ricca di prebiotici, probiotici e fibre e povera di zuccheri e carboidrati raffinati
  • Evitare l’uso di antibiotici non necessari che uccidono i lattobacilli
  • Prestare cura all’igiene intima usando detergenti delicati a pH acido e biancheria di cotone
  • Gestire lo stress efficacemente con attività fisica e tecniche di rilassamento come il rilassamento muscolare progressivo
  • Dormire almeno 7 ore la notte.

Spesso è opportuno abbinare dei trattamenti a queste strategie. 

Alcuni di questi sono:

    • Assunzione di probiotici vaginali e orali come integratori orali e ovuli vaginali
    • Applicazione di gel a base di acido lattico dopo cure antibiotiche
  • Supporto ormonale in menopausa con creme vaginali a base di estrogeni.

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