Disbiosi intestinale: un fattore chiave nelle patologie gastrointestinali
La disbiosi intestinale, ossia l’alterazione dell’equilibrio intestinale, è associata all’insorgenza di patologie gastrointestinali e malattie infiammatorie intestinali (IBD). In questo articolo esploriamo la loro relazione e alcune strategie di gestione.
Elena Manighetti
Content Writer and Strategist
Il microbiota intestinale, conosciuto come flora batterica intestinale fino al 2000, è l’ecosistema composto da miliardi di microbi, batteri, funghi e virus che vivono nel tubo digerente.
Nonostante si trovino principalmente nell’intestino crasso, questi microrganismi svolgono funzioni essenziali per la salute dell’intero organismo.
Il motivo? Tra il 70 e l’80% delle cellule immunitarie risiedono nell’intestino e interagiscono con essi.
Indice
Le funzioni del microbiota intestinale
L’ecosistema microbico intestinale non è responsabile solo della digestione e della salute dell’intestino.
Tra le sue numerose funzioni rientrano anche:
- Regolare il sistema immunitario
- Modulare l’infiammazione
- Regolare il sistema cardiovascolare e metabolico Influenzare la funzione neurologica.
Composizione del microbiota intestinale
All’interno della comunità microbica intestinale sono presenti specie batteriche commensali e patogene, ossia microrganismi “buoni” (commensali) e “cattivi” (patogeni). Entrambi svolgono un ruolo fondamentale nei processi microbiotici.
Le specie batteriche commensali, come Akkermansia muciniphila, producono metaboliti che contribuiscono al rafforzamento del sistema immunitario e polisaccaridi con effetti antinfiammatori.
Le specie batteriche patogene come Enterococcus faecalis, a bassi livelli, tengono il sistema immunitario “allenato”, prevengono la sovracrescita di alcuni organismi “buoni” e contribuiscono alla creazione di certi metaboliti, come la vitamina B12.
Lo stato dell’ecosistema microbico intestinale varia in base a tanti fattori, sia esterni che interni.
Tra questi ci sono:
- Età
- Patrimonio genetico
- Composizione della comunità microbica intestinale materna
- Tipo di parto e allattamento
- Ambiente
- Peso corporeo
- Dieta
- Stress
- Attività fisica
- Uso di farmaci
- Fumo e alcolInfezioni.
Cos’è la disbiosi intestinale?
Quando la comunità microbica intestinale presenta un’adeguata biodiversità e un equilibrio tra specie batteriche commensali e patogene è in condizione di eubiosi. Se invece c‘è un’alterazione della composizione, diversità e funzione dell’ecosistema è in condizione di disbiosi.
La disbiosi intestinale quindi non è altro che lo squilibrio del microbiota.
Quali sono i sintomi della disbiosi intestinale?
L’alterazione dell’ecosistema microbico intestinale causa irritazione e sintomi come:
- Pancia gonfia e meteorismo
- Nausea
- Difficoltà digestive
- Diarrea o stipsi
- Dolore addominale
- Acne o dermatite
Ecco perché, in presenza di disturbi intestinali irrisolti, un medico o nutrizionista funzionale si avvale spesso dell’analisi del microbiota intestinale.
Quali sono le cause della disbiosi intestinale?
Le principali cause della disbiosi intestinale sono:
- Alimentazione scorretta con troppi zuccheri e mancanza di fibre
- Uso eccessivo di farmaci come antibiotici e antisecretivi
- Stress e disturbi del sonno
- Sedentarietà o eccesso di attività fisica
- Infezioni
- Esposizione a tossine e inquinanti ambientali.
Disbiosi intestinale: il collegamento con le patologie gastrointestinali e le malattie infiammatorie intestinali
La disbiosi intestinale è associata all’insorgenza di patologie gastrointestinali e malattie infiammatorie intestinali come:
- Morbo di Crohn
- Colite ulcerosa
- Malattia da reflusso gastro-esofageo
- Sindrome dell’intestino irritabile (IBS)
- Sindrome dell’intestino permeabile
- Sovracrescita batterica dell’intestino tenue (SIBO)
- Gastrite cronica
- Gastroenterite
- Ulcere
- Celiachia
- Sindrome del colon irritabile
- Tumore del colon-retto
Studi recenti dimostrano che pazienti con patologie gastrointestinali come il morbo di Chron e la colite ulcerosa, hanno una diversità batterica del microbiota minore, con una riduzione della popolazione di organismi commensali e un aumento della popolazione degli organismi patogeni.
La condizione di disbiosi intestinale, infatti, può attivare meccanismi fisiopatologici. Vediamo quali.
Permeabilità della barriera intestinale (leaky gut)
La riduzione dei batteri “buoni” può portare a un aumento dei batteri “cattivi” che danneggiano le cellule epiteliali intestinali, compromettendo l’integrità della barriera intestinale. Così tossine e particelle di cibo non digerito possono entrare nel flusso sanguigno, causando infiammazione.
Attivazione dell’infiammazione cronica
Quando le specie batteriche commensali non sono in grado di contrastare quelle patogene, che producono sostanze tossiche e citochine pro-infiammatorie, si può verificare un’iperattivazione o disregolazione del sistema immunitario. Questo può attivare l’infiammazione cronica.
Squilibrio di metaboliti microbici
In stato di disbiosi, il microbiota non è in grado di produrre metaboliti benefici, come gli acidi grassi a catena corta (SCFA), che hanno un’azione anti-infiammatoria.
Questi tre meccanismi possono favorire lo sviluppo di malattie come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e Morbo di Crohn.
Inoltre, le infezioni batteriche, che possono comparire quando c’è un eccesso di specie patogene, possono aggravare queste patologie ulteriormente.
È importante sottolineare che le patologie gastrointestinali e le malattie infiammatorie intestinali sono multifattoriali; la disbiosi intestinale è spesso solo uno dei trigger. Entrano in gioco anche predisposizione genetica, alimentazione, stile di vita, ambiente, stress cronico e molto altro.
Prevenire e gestire la disbiosi intestinale e le patologie gastrointestinali
È possibile prevenire, mettere in remissione o alleviare i sintomi delle patologie gastrointestinali e delle malattie infiammatorie intestinali riportando il microbiota in uno stato di equilibrio. Per questo, il metodo più efficace per gestirle è prendersi cura dell’intestino.
Come abbiamo visto in questo articolo sul ruolo e la cura dell’intestino, l’approccio più comune per rimettere l’intestino in salute è il programma di cura 5R (Rimuovere, Rimpiazzare, Reinoculare, Riparare e Riequilibrare).
Questo mira a ristabilire l’equilibrio intestinale tramite modifiche dello stile di vita e dell’alimentazione. Spesso sono utili anche trattamenti con integratori e probiotici per l’intestino.
Se vuoi approfondire l’argomento, dai un’occhiata al nostro webinar sul microbiota e patologie intestinali. Nella lezione, la dottoressa Giulia Nannini spiega le complesse interazioni tra l’ecosistema microbico intestinale e sistema immunitario.