Dieta GAPS: la connessione intestino-cervello
Questa dieta si basa sull’idea che esista un collegamento tra la salute del nostro intestino e quella del nostro sistema nervoso. In particolare, l’equilibrio della flora intestinale avrebbe un ruolo chiave nella manifestazione di varie condizioni psicologiche e neurologiche.
Nicolas Di Leo
Ricercatore Harvard University
La dieta GAPS, acronimo di Gut and Psychology Syndrome, è stata concepita dalla Dr.ssa Natasha Campbell-McBride, una neurologa e nutrizionista con formazione in Russia e nel Regno Unito.
Questa dieta si basa sull’idea che esista un collegamento tra la salute del nostro intestino e quella del nostro sistema nervoso.
In particolare, l’equilibrio della flora intestinale avrebbe un ruolo chiave nella manifestazione di varie condizioni psicologiche e neurologiche.
Indice
Interazione tra Microbioma e Sistema Nervoso
Uno degli argomenti più affascinanti nel campo della medicina moderna è l’interazione tra il microbioma intestinale e il sistema nervoso, spesso denominata l’asse intestino-cervello.
Studi recenti hanno rivelato che il microbioma intestinale può influenzare la salute mentale e neurologica attraverso vari meccanismi.
Produzione di neurotrasmettitori
Molti batteri nell’intestino sono in grado di produrre composti che agiscono come neurotrasmettitori, come il GABA e la serotonina, che possono influenzare l’umore e il comportamento.
Modulazione del sistema immunitario
Il microbioma intestinale interagisce costantemente con il sistema immunitario. Alterazioni nella flora intestinale possono causare una risposta immunitaria alterata, che potrebbe avere effetti sistemici, inclusi quelli sul cervello.
Influenza sulla barriera emato-encefalica
Una flora intestinale compromessa potrebbe influenzare la permeabilità della barriera emato-encefalica, permettendo a sostanze potenzialmente tossiche di raggiungere il cervello.
Fondamenti Scientifici e Filosofia della Dieta
Il concetto chiave alla base della dieta GAPS è che le alterazioni nella flora intestinale possono portare alla permeabilità intestinale, noto anche come “leaky gut”.
Per aver più chiaro il concetto, puoi leggere l’articolo sulla barriera intestinale selettiva.
Questa condizione permetterebbe a sostanze indesiderate, come tossine, microrganismi patogeni e peptidi non completamente digeriti, di attraversare la barriera intestinale e raggiungere la circolazione sanguigna.
Una volta nel sistema, queste sostanze potrebbero iniziare a esercitare effetti negativi sul sistema nervoso e sul cervello.
La dieta GAPS mira quindi a riportare l’intestino a uno stato di equilibrio, riducendo la permeabilità intestinale e ripristinando una flora intestinale sana.
Fasi della Dieta GAPS
La dieta GAPS è strutturata in diverse fasi, ognuna con obiettivi specifici.
Introduzione
Questa fase iniziale è la più restrittiva e serve a depurare l’intestino. Sono privilegiati brodi d’ossa, verdure cotte e alimenti facilmente digeribili. Via via si introducono altri alimenti, sempre monitorando la risposta dell’individuo.
Dieta completa
Dopo la fase di introduzione, si passa alla dieta completa GAPS. Si inizia a reintrodurre alimenti come frutta fresca, miele e noci. La dieta esclude grani, zuccheri raffinati, alcuni latticini e altri alimenti potenzialmente irritanti per l’intestino.
Uscita
Una volta che i sintomi sono migliorati significativamente, si può iniziare a reintrodurre gradualmente altri alimenti, monitorando attentamente la risposta del corpo.
Alimenti Permessi nella Dieta GAPS
Proteine: carni fresche (non lavorate o affumicate), pesce, uova.
Grassi: lardo, olio di oliva extra vergine, burro.
Verdure: la maggior parte delle verdure sono ammesse, escludendo quelle amidacee come patate e patate dolci.
Frutta: frutta fresca matura, preferibilmente a basso contenuto di zucchero.
Latticini: formaggi maturi, yogurt e kefir.
Legumi: lenticchie, fagioli bianchi e fagioli haricot possono essere introdotti una volta che si è ben stabiliti nella dieta completa.
Alimenti Sconsigliati nella Dieta GAPS
Zuccheri: tutti gli zuccheri raffinati, melasse, sciroppi e sostituti dello zucchero. Miele è l’unico dolcificante consentito.
Latticini: latte e prodotti a base di latte non fermentati.
Grani e cereali: tutti i cereali, inclusi riso, grano, mais, avena, ecc.
Verdure amidacee: patate, patate dolci, yams.
Alimenti lavorati: cibi in scatola, additivi, conservanti e coloranti alimentari.
Caffè, tè nero e alcolici: non sono permessi nelle prime fasi della dieta.
Il 9 ottobre sul nostro gruppo dedicato ai professionisti della Medicina Funzionale, si è svolta una live proprio su questa tematica.
Ecco la registrazione.
Studi e criticità
È cruciale sottolineare che, sebbene molte testimonianze aneddotiche sostengano la dieta GAPS, gli studi clinici peer-reviewed sono limitati.
Mentre esiste una crescente comprensione dell’asse intestino-cervello, le prove dirette che collegano la dieta GAPS a miglioramenti clinici in condizioni neurologiche e psicologiche sono ancora in fase di sviluppo.
Questa dieta non dovrebbe essere considerata una soluzione isolata.
Per ottenere i migliori risultati, dovrebbe essere integrata con altre terapie tradizionali e approcci interdisciplinari.
La collaborazione tra nutrizionisti, gastroenterologi, neurologi e psicologi è fondamentale per garantire che il paziente riceva un trattamento completo e olistico.
Conclusione
La dieta GAPS rappresenta un approccio intrigante e potenzialmente efficace per affrontare una serie di disturbi legati alla salute dell’intestino e del sistema nervoso.
Tuttavia, come professionisti della salute, è essenziale affrontare ogni trattamento dietetico con un occhio critico, valutando attentamente i benefici e i rischi per ogni individuo.
Mentre la ricerca sul microbioma intestinale continua a evolversi, la dieta GAPS e altre diete simili potrebbero giocare un ruolo sempre più centrale nel nostro approccio integrato alla salute e alla prevenzione.
L’ideale è specializzarsi con un percorso progettato per permettersi di arrivare a trattare pazienti con malattie croniche complesse.
Riferimenti
La maggior parte delle informazioni proviene dal libro “Gut and Psychology Syndrome” scritto dalla Dr.ssa Natasha Campbell-McBride.
Tuttavia, l’interesse per l’asse intestino-cervello e il ruolo del microbioma nell’effetto sulla salute mentale ha prodotto diverse ricerche. Alcuni esempi interessanti da approfondire possono essere:
Cryan, J.F., & Dinan, T.G. (2012). Mind-altering microorganisms: the impact of the gut microbiota on brain and behaviour. Nature Reviews Neuroscience, 13(10), 701-712.
Sharon, G., Sampson, T. R., Geschwind, D. H., & Mazmanian, S. K. (2016). The Central Nervous System and the Gut Microbiome. Cell, 167(4), 915-932.
Rogers, G. B., Keating, D. J., Young, R. L., Wong, M. L., Licinio, J., & Wesselingh, S. (2016). From gut dysbiosis to altered brain function and mental illness: mechanisms and pathways. Molecular Psychiatry, 21(6), 738-748.