Analisi ematiche: valori normali vs valori ottimali

Per un approccio che si fonda sulla ricerca delle cause dei disturbi le analisi del sangue rappresentano uno strumento fondamentale.

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Sara Rucci

Biologa nutrizionista

Tempo di lettura: 3 minuti
valori sangue funzionali

Sono gli esami più diffusi per avere una fotografia dello stato di salute dei pazienti ma se interpretati correttamente ci dicono molto di più, possono in un certo senso “predire il futuro”, citando il prof. Dicken Weatherby, autore del bestseller “Blood Chemistry and CBC Analysis: Clinical Laboratory Testing from a Functional Perspective” e docente del Master SMNF (Lezione 7 del Modulo 1).

Saper osservare i parametri biochimici ragionando su ciò che essi rappresentano nella fisiologia umana permette

1) al medico funzionale di trarre un vantaggio diagnostico, estrapolare dei trend patologici per orientare le sue ipotesi e/o prevenire evoluzioni indesiderate;

2) al nutrizionista funzionale di orientare le sue strategie alimentari e di integrazione intervenendo sulle “debolezze” principali del paziente

Per una interpretazione funzionale delle analisi ematiche bisogna uscire dalla dicotomia sano-malato e di conseguenza analisi normali-alterate per entrare nel più ampio concetto di valori funzionali-disfunzionali per il paziente.

Ciò significa incrociare i valori ematici con i sintomi riferiti e osservare l’andamento di diversi marker nei loro intervalli di riferimento mettendoli in correlazione tra loro.

Anche la scelta della prescrizione degli esami viene effettuata dal medico funzionale sulla base della conoscenza della storia clinica del suo paziente, della sua familiarità per patologie e dei suoi disturbi, approfondendo aspetti che ritiene possano dare un quadro più completo dello stato di salute e benessere del suo assistito.

Altro aspetto fondamentale è la comunicazione dei risultati.

Se il paziente ha un disturbo e il messaggio che riceve è: “non ha niente” perché gli esami sono nella norma, potrà sentirsi confuso e sfiduciato verso la risoluzione del suo problema.

valori sangue normali

Cosa fa il medico o il nutrizionista funzionale?

Il buon medico o nutrizionista funzionale dovrebbe saper guardare oltre gli asterischi e collegare tra loro le informazioni a disposizione per spiegare al paziente in che direzione si sta muovendo, per fermarlo prima che la disfunzione degeneri in patologia, per fare di fatto prevenzione. 

In questo contesto si posiziona la ridefinizione dei “range di riferimento”, con un superamento del concetto di normalità (di fatto basato su statistiche relative alla popolazione generale) a favore di un intervallo più legato al corretto funzionamento dell’organismo: il range ottimale. 

Il medico e il nutrizionista funzionale ambiranno a portare il paziente verso uno stato di benessere e le analisi ematiche con la loro rinnovata interpretazione saranno d’aiuto per monitorare l’efficacia delle strategie o dei trattamenti in atto oltre ad essere valori tangibili da mostrare ai pazienti per permettere loro di apprezzare i progressi ottenuti al di là del più importante miglioramento dei sintomi, rinforzando la loro consapevolezza.

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